Scrivere...

Scrivere per me vuol dire rifugiarmi lontano da tutto ciò che mi circonda, ritrovarmi in un luogo che sento mio dove l'inchiostro è l'unico interlocutore al quale non posso mentire, perchè è lì ad ascoltarmi a mettere nero su bianco i viaggi del mio pensiero. Mi sento al sicuro, mi sento viva e la realtà, contro la quale combatto ogni giorno, diventa un picolo universo da calpestare, per un ideale più grande, più forte, più vero. La scrittura ha questo potere, quello di cullarti dolce tra un confine e l'altro, senza mai farti sentire inadeguato, sei tu a far parte del tutto e non il contrario, ti svuota dal malsano vivere comune, che troppo spesso ti carica di ansie, di paure, di preoccupazioni, di responsabilità copiate nel tempo e che hanno ragione di esistere per noia, per il semplice piacere di ripetersi nel tempo. Io questo tempo lo voglio uccidere. Voglio stringerlo tra le mani fino a vederlo soffocare, straziarlo e graffiarlo per sentirne il sangue sulle dita e raccontargli che è un illusione dove l'uomo ama cullarsi, che il suo scorrere è una finzione ed io ho smesso di credere al suo gioco, il mio tempo è un altro... è quello che inizia ad ogni respiro, ad ogni lacrima, ad ogni imperfezione, nel finale di un film, nel ritornello di una canzone, alla partenza per un viaggio. Il mio tempo è fatto di piccole cose, in un mondo grande come la fantasia che ho negli occhi e che prepotente affonda sui miei fogli bianchi. Mi chiedo se la menzogna sia vivere nel mondo conosciuto, perchè il mio è più vero.